Il cuore e la Parodontite

Gen 26, 2022 | Parodontite

Numerose evidenze scientifiche hanno provato come l’infarto e l’ictus, ovvero gli eventi cardiovascolari acuti maggiori, siano correlati all’igiene orale. I ricercatori svedesi, già nel 1989 infatti, hanno dimostrato che coloro che sono stati soggetti a malattie cardiovascolari presentano più frequentemente una salute orale compromessa.

Da qui l’ipotesi, supportata poi da numerosi studi scientifici, che l’infiammazione cronica della bocca (quella presente nei pazienti con malattie parodontali) possa essere correlata allo sviluppo di placche ateromasiche, che sono coinvolte nella patogenesi dell’infarto e dell’ictus.

Sebbene oggi la correlazione sia certa, molti aspetti risultano ancora poco chiari. Per questo viene  portata avanti la ricerca nell’ambito della parodontologia e delle malattie cardiovascolari.

Le malattie cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari (CVD) sono condizioni patologiche che colpiscono il sistema cardiovascolare nelle quali sono coinvolti sia il cuore che i vasi sanguigni. In particolare, i cambiamenti dei vasi sono determinati dall’accumulo di grassi e cellule sulla parete interna del lume vascolare. Questo infarcimento, chiamato aterosclerosi, determina un’alterazione del normale flusso sanguigno aumentando il rischio di infarto ed ictus.

Le malattie cardiovascolari (CVD) rappresentano una delle principali cause di morte, disabilità e morbilità. Si pensi che circa 80 milioni di persone in Europa ne sono affette e che nel 2017 esse rappresentavano il 36% delle cause di morte in Italia.
Tra queste si trovano le malattie cerebrovascolari (che prevedono il coinvolgimento dei vasi che afferiscono al cervello), la cardiopatia coronarica (che colpisce i vasi adibiti al nutrimento delle pareti del cuore), le patologie dei vasi periferici (che colpiscono gli arti),  le malattie cardiache congenite, la trombosi venosa profonda e l’embolia polmonare.

Tra i fattori di rischio maggiori per l’insorgenza delle malattie cardiovascolari si ritrovano fumo, eccessivo consumo di alcol, obesità, inattività fisica, dieta sregolata e la parodontite.

Curare la parodontite per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari (CVD)

La parodontite è una patologia infiammatoria cronica. Ciò significa che induce nei soggetti che ne soffrono uno stato infiammatorio costante che non si ripercuote solo a livello della bocca, ma su tutto l’organismo.

In particolare, la comunità scientifica ci suggerisce che una correlazione tra malattie cardiovascolari e parodontite risieda in due sostanziali meccanismi: da una parte il passaggio dei batteri parodontali nel sangue determina l’infiammazione delle pareti dei vasi, dall’altra la produzione cronica di mediatori dell’infiammazione può determinare alterazioni del flusso ematico inducendo lo sviluppo di problemi cardiovascolari.

Prevenire e curare le malattie parodontali (gengivite e parodontite) diventa dunque vitale perché determina un beneficio che si ripercuote su tutto l’organismo, non solo a livello della bocca, e determina una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari (CVD).

Infatti, la letteratura scientifica ci dice che il trattamento parodontale non chirurgico aiuta a migliorare la funzione della parete interna dei vasi (endotelio), riduce la pressione arteriosa, migliora i livelli di colesterolo e riduce la rigidità dei vasi.

Il Professor Filippo Graziani ha dedicato tutta la sua carriera allo studio e alla ricerca nell’ambito della parodontologia, in particolare alla perio-medicine: la scienza che studia le ripercussioni della parodontite livello dell’organismo. Come esperto per l’ambito scientifico del progetto Cardio & Perio promosso dalla European Federation of Periodontology (EFP) in collaborazione con la World Heart Federation (WHF), il Professor Graziani è stato chiamato a discutere delle ultime evidenze scientifiche sull’associazione della parodontite e delle malattie cardiovascolari. Ciò che emerge dalla letteratura è una stretta correlazione tra queste due condizioni che suggerisce l’importanza di un approccio congiunto tra gli specialisti di queste due branche mediche: il dentista e il cardiologo.